
Un miracolo alla volta ombreggia
quieto il guizzo d’occhio caldo
mentre desiderio gonfia spavaldo
e leggero deride ogni divieto.
E’ donna, pronta al ballo,
scocca chiamata nello sguardo.
Veste terra e sete, sogni,
sazia fame, carne, bisogni,
suoi e ogni.
Nei senni, tra i seni, sui bordi,
cova la parola di cui ti vergogni.
Freme al passo ignoto,
odia il momento vuoto.
Al laccio del candore,
nella smania è ardore.
Osserva l’attesa del ballerino,
l’immobili uomo, il cretino.
Sta lì, fermo, alla fila incrociato,
fuori la vista. Possibile, non l’ha vista?
Sta lì, fiacco, in sentieri accampati e oziosi
dove si perdono i giorni e i viaggiatori.
Ecco! S’incrociano occhi ora gioiosi:
lei è già forma, collo, orgoglio,
dei due la pelle sussurra “voglio”.
Shhh. Pizzicano corde, tamburellano legno,
si gonfiano gonne, l’uomo è sveglio.
Comincia il ritmo, brividi e scossi,
ma ancora non si sono mossi.
Un momento al ballar stretto,
dei due freme come uno il petto.
Non hanno più spazio,
nè dentro nè fuori,
i pensieri del cieco dazio,
dei grandi e vuoti pensatori.
DIMENSIONI
cm 43×134 ca.
MATERIALI
Telaio in legno, tela, colori acrilici, vernici
NUMERO D’ARCHIVIO
n. 9
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